Matteo
Al dott. Marzi,
gentile Dottore siamo lieti di informarla che in convenzione con il comune della Città di Roma e dietro indicazione dell’ultimo decreto legge del presidente del consiglio, ogni nucleo abitativo del territorio è stato munito di un terminale di comunicazione satellitare della Growth spa
Il recente collasso della rete internet e telefonica ha rappresentato un ulteriore campanello d’allarme nell’emergenza Covid19. A causa dell’impossibilità di poter usufruire telefonicamente o tramite connessione ad internet dei servizi necessari alla sopravvivenza, siamo tempestivamente corsi ai ripari.
All’interno del qui presente pacco troverà il terminale stesso e il pin necessario a compiere ogni tipo di operazione. Il pin è inteso per essere utilizzato dai soli residenti legali del nucleo. Il pin non deve essere divulgato ad alcuno al di fuori della propria abitazione. Una volta effettuato il login al portale troverà tutto ciò che è necessario per effettuare acquisti di generi alimentari, inviare richieste all’amministrazione locale, gestire i propri crediti bancari e ricevere ulteriori informazioni sulla situazione Covid 19.
Siamo inoltre lieti di informarla che stiamo facendo il possibile per ridare la possibilità ad ognuno di guadagnarsi da vivere e svolgere il proprio lavoro anche in questa situazione di difficoltà. La Growth Spa è a conoscenza del suo attuale impiego come Analista Programmatore, figura che risulta chiave in questo particolare momento. Siamo anche a conoscenza della lettera di fallimento da lei ricevuta riguardante la sua precedente azienda. Sul portale troverà diverse opportunità di collaborazione con noi […]
La lettera continuava per altre quattro pagine spiegando modalità contrattuali e rimandando al manuale presente sul portale per l’utilizzo dello stesso. Puzzava di bruciato ma quando pochi giorni prima avevo ricevuto la lettera di licenziamento allegata alla notizia del fallimento dell’azienda dove lavoravo, mi era sembrata una benedizione.
Da quel giorno ho iniziato a scrivere pezzi di codice che potevo caricare direttamente sul portale tramite pennetta usb. Semplici task non collegati tra di loro. Non so dove vadano a finire né di quale progetto facciano parte. Mi viene data una scadenza, il linguaggio di programmazione da usare e i crediti associati al lavoro.
No,no, no… non adesso cazzo.
Fisso lo schermo nero del pc. Sono due fottutissimi anni che aspetto questo momento.
Sono scosso ma non stupito. Il fatto che l’unica volta che ottengo un risultato positivo, all’atto di ripetere il test salta la luce in tutto il palazzo, non mi stupisce.
Non sono mai stato molto fortunato. Prima di entrare in quarantena avevo molte giornate alla Mr Bean. Uscivo di casa, un piccione mi faceva la cacca sulla spalla, arrivavo al lavoro e mi accorgevo di aver dimenticato il cellulare a casa e una volta rientrato, di aver dimenticato le chiavi di casa al lavoro. Normale amministrazione insomma. Ma oggi proprio non ci voleva.
Il test del ping serve a verificare la connessione tra due macchine connesse a Internet. Ogni giorno da quel maledetto capodanno ho inviato una richiesta a un server centrale sperando in una risposta. Una risposta che avrebbe voluto dire poter riallacciare i rapporti con il mondo esterno, avere notizie dei propri cari, degli amici, del mondo.
Il comando lancia quattro segnali verso l’esterno, ognuno dei quali, come un fedele messaggero, deve uscire dal computer e correre nella fibra ottica per raggiungere la destinazione. Una volta arrivato deve prendere la ricevuta di avvenuta consegna e tornare al mittente. La rete però è collassata a causa delle troppe connessioni e da quel momento nessuno dei miei messaggi ha mai raggiunto la destinazione. E’ accaduto lo stesso alla linee telefoniche.
Siamo rimasti isolati.
Poi sono arrivati i terminali satellitari della Growth. Una settimana dopo il blackout un drone aveva fatto capolino alla mia finestra. Avevo quasi infartato. Era stata la prima volta che avevo ricevuto una consegna via drone. Nel corso degli anni avevo fatto diversi studi a riguardo e il problema energetico dei droni sembrava fosse un limite difficile da superare. Da quel giorno ho ricevuto visite come quella quotidianamente.
Il pacco era una grande scatola di cartone come quelle di Amazon, l’unica differenza era che sopra di essa campeggiava una grande G verde. Il pacco era accompagnato da una lettera.
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by Niccolò Cometto (NH)
I crediti sono il mezzo di sopravvivenza. La moneta virtuale della piattaforma mi permette di acquistare cibo e regalarmi qualche lusso come i pezzi di ricambio per il mio pc. Il passaggio da euro a crediti è risultato molto svantaggioso per noi utenti. Ancora oggi quando mi voglio permettere un lusso ragiono in Euro anche se non li utilizzo da anni. Sono un po’ come i vecchi di una volta che non hanno mai accettato il passaggio dalla lira alla moneta Europea.
La vita è cambiata molto con l’arrivo del terminale, la cosa strana è che non c’è modo di mettersi in contatto con gli altri utenti. Ci è stato detto che la piattaforma deve fornire i servizi essenziali alla sopravvivenza. Bisogna evitare la congestione, dicevano. L’utilizzo della piattaforma come rete di comunicazione sociale è un danno, ripete ogni giorno l’intelligenza artificiale dalla televisione.
Oggi però il server all’indirizzo 8.8.8.8 ha risposto, poi il 5° blackout del mese. La mia mente viaggia veloce, devo contattare J e devo farlo in fretta. Afferro il giubbotto e il cappello, chiudo le tapparelle e mando la registrazione. Controllo che tutto sia a posto. Apro la porta pronto a fiondarmi giù dalle scale. Colpisco con la fronte qualcosa di duro, sento qualcuno imprecare di dolore, inciampo e ruzzolo giù dalle scale.
Blackout.